Giorno 2 – New York

Una città che non dorme mai, un’affermazione confermata dal traffico notturno e dalla dipendenza ossessivo-compulsiva dei conducenti dei mezzi a evidenziare la propria presenza con segnali acustici. Quasi una necessità quella di avvertire, ma in primo luogo di inveire, abusando con il suono dei clacson senza interruzioni di orario.
Dopo una breve, ma intensa colazione saltiamo su un double decker alla volta di Battery Park. Durante la marcia, uno tra i tombini fumanti tipici di NYC ci “inebria”  in una nube importante, quasi a voler introdurre a palcoscenico in un ingresso trionfante e inaspettato, la notizia tanto attesa del recupero della valigia smarrita.
Salpiamo su un traghetto in direzione Statua della Libertà ed in seguito Ellis Island, dove riviviamo attraverso documenti d’altri tempi le gesta di nostri connazionali, qui immigrati in cerca di fortuna. Rapida toccata e fuga a Wall Street per poi dedicare buona parte del pomeriggio al Memorial dell’11 settembre, in una Ground Zero che tra testimonianze, ricostruzioni e documenti,  mantiene forte il ricordo degli avvenimenti di quella sconvolgente giornata. Sulla via del ritorno tocchiamo Rockefeller Park, angolo di verde affacciato sull’Hudson che spezza la costante, o meglio recidiva tenacia americana nella corsa verso il cielo, lasciando spazio ad un parco piacevole e ben custodito.
Uber ci riaccompagna alle camere, in un traffico che non mostra spazi nemmeno per la corsa dell’ambulanza che fatica a procacciarsi un varco tra le cilindrate spropositate occupanti le seppur numerose corsie disponibili.
Terminiamo la giornata in una sfarzosa Times Square illuminata a giorno, dove a materializzarsi dal nulla con sorpresa dei presenti è una DeLorean DMC-12, con tutta probabilità proveniente dal lontano ’84, condotta da un Emmett Brown ancora in splendida forma.

 

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