Sosta per la notte in un’area attrezzata e di nuovo in marcia per raggiungere la città di Townsville. Nel primo mattino raggiungiamo il centro dove scrutiamo le possibilità che ci vengono offerte.
In un primo momento appare tutt’altro che viva, con soli alcuni artisti pronti a decorare con le più svariate creazioni il lungomare, preparandolo a dovere per la prossima festa di paese. Il meteo finalmente ci dà tregua e ci consente di organizzare la prima gita fuori porta presso Magnetic Island, isola a pochi chilometri dalla costa abitata da circa duemila abitanti. Probabilmente le aspettative molto alte vengono smorzate inizialmente all’arrivo presso Horsehoe Bay, dove complice un’acqua non proprio cristallina ed una limitata area balneabile, rendono un posto affascinante più simile ad una classica spiaggia. Certamente la veduta e la coreografia di fondo ne sollevano il tiro; la fama tanto decantata ci spinge ad addentrarci nell’entroterra, in cerca di un angolo più fedele alle parole spese per l’isola. Una camminata tecnica per sentieri ben mantenuti ed eccoci a Radical Bay, baia spettacolare sul lato nord-est dell’isola. Un tuffo tra onde alte oltre un metro sono il giusto compenso, se non altro per le fatiche spese per raggiungerla. Il tempo è tiranno ed il ritardo sulla tabella di marcia comincia a far pressione, dobbiamo quindi lasciare la località per ripartire verso Airlie Beach. Il sole è in ampia fase calante e la stagione non favorevole ci concede solo un’ulteriore ora di luce. Corriamo affiancando la costa per oltre duecentosettanta chilometri, d’un fiato, urge trovare ristoro in un campeggio o albergo che sia, per ripristinare la condizione psico-fisica, necessaria per affrontare la giornata ad Airlie Beach. La sensazione è materialmente indescrivibile, si viaggia “contromano”, in mezzo al nulla, le uniche luci sono il chiaro di una luna quasi piena e mostruosi tir a muso pronunciato che marciano dal senso opposto a gran velocità. Il vento soffia lateralmente con una forza tale da far vincolare le mani al volante in una stretta salda e costante. Gli animali allo stato brado sono una delle minacce più pericolose, per i primi i canguri, segnalati da appositi cartelli lungo la via. A supportare il viaggio non ci sono barriere di protezione né spartitraffico, segnalazioni luminose o luoghi di ristoro, solo tanta concentrazione ed emozioni in una guida notturna nel mezzo della natura più selvaggia.
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