04/08/2016
Pare esserci tregua questa mattina al campeggio, sveglia all’alba per seguire il lungo cammino che ci porterà alla prima meta. Il sentiero non lascia spazio al relax, si inerpica fin da subito offrendo una scalinata naturale molto affine al letto di un fiume, ruscelli e cascate incrociano il nostro passaggio offrendo spettacolo durante la risalita. La quiete dura solo pochi minuti, fedele compagna di viaggio troveremo una pioggia a tratti torrenziale ed a tratti primaverile. Farne cattivi pensieri o spendere parole futili è l’ultimo dei nostri scopi e come il saggio norvegese sostiene qui non esiste cattivo tempo, ma solo inadeguato equipaggiamento. Muniti di buona volontà e buona attrezzatura, affrontiamo il clima avverso raggiungendo la cima. Lo spettacolo è impareggiabile, largo spazio ai brividi che queste rocce a strapiombo ne rafforzano la risultante. A centottanta gradi si apre un panorama mozzafiato, la veduta è immensa da Pulpit Rock, abbraccia buona parte del fiordo Lysefjorden offrendo a tratti sfumature e riflessi multicolore, tra una sfuriata di pioggia e l’altra. Ancora a bocca aperta ci dirigiamo verso la nuova località, avvicinandoci alla meta successiva, optando questa volta per una “Cabin” nei pressi del medesimo fiordo a Lysebotn. Una baia che sembra rappresentare la porta verso un universo parallelo, due catene di roccia che all’orizzonte quasi si incontrano ed un cielo carico di colori che accompagna un tramonto di rara bellezza.