Day 11 – Il “Mostro” di Leknes

10/08/2016

I colori di questa mattina lasciano intendere che dovunque sarò diretto, il viaggio avrà un sapore differente. Aspetto il bus per dirigermi a Leknes dove mi attende una prenotazione di 3 giorni, l’ultimo degli spostamenti previsti, in una posizione a quanto pare comoda per gli spostamenti. Un’ora e mezza di viaggio attraversando nuovamente Reine che quest’oggi ha una marcia in più. Quasi rimpiango di lasciare questa località, ma ho la necessità di esplorare nuove mete, senza volermi guardare indietro. Attraversiamo una sorta di terra di mezzo in zona Flakstad, monti a picco sul mare e su una terra ricca di laghi.

Giungo infine in città. Consegno rapidamente lo zaino più grande e mi getto a capofitto nell’analisi del posto. Giro un’ora ininterrottamente senza trovare alcunché di interessante, comincio ad avere ripensamenti sulla scelta della meta. Lo scopo di questa avventura è di lasciare a casa pensieri negativi, fermo due backpackers chiedendo suggerimenti, ma a quanto pare sono diretti altrove. Una città fatta e finita in un contesto così maestoso, pare quasi fuori luogo.  Scopro che i quartieri di periferia, in una zona certamente piacevole da vivere, sono deserti, non vi è un locale, un negozio, un turista od un vagabondo con lo zaino, forse quello sì, sono io. Inizia a piovere, i colori memorabili di questo mattino volgono improvvisamente in tonalità di grigio. È tempo di riflettere per recuperare la situazione.

Entro in un caffè tornando al centro e studio una strategia con un Waffle ed un The alla vaniglia a farmi forza. La soluzione è spostarsi, ma ho una prenotazione confermata. Trovata un’alternativa in zona Svolvær, rientro in albergo chiedendo la rinuncia alle notti successive, cosa che ottengo. Bene. Ora è tempo di correggere il tiro per riportare la giornata su un assetto più stabile. Cerco un Info point e trovo un trail non troppo lontano, a circa 5 km da dove risiedo. Posso tentare, la pioggia non è importante, mi incammino. Percorso un chilometro, azzardo un autostop, questo sconosciuto a noi Italiani, perlomeno ai più, non ho nulla da perdere e se raggiungo lo scopo guadagno un’ora buona sul trasferimento, sono le 13:00. Conto due auto, la terza si ferma, si parte! Mi accompagna una splendida ragazza del posto con la quale scambio qualche parola, a quanto pare la cortesia qui è di casa. Il tempo volge al meglio, il sole ora è alto nel cielo e la giornata prende una piega differente. Trovo l’imbocco del sentiero e mi muovo rapidamente, sono 2-3 ore di tragitto e non voglio fare tardi. Individuo con difficoltà la possibilità di raggiungere una vetta, non esattamente La vetta che mi ero imposto, complice la segnaletica inspiegabilmente assente. Gli sherpa non mi risulta abbiano ancora presieduto, non ancora. La fortuna è dalla mia parte, raggiungo una cima spettacolare dalla quale ho una visione a 360° della zona, un punto di vista differente da quelli incontrati in precedenza, prospettiva d’eccezione. Spendo parecchio tempo gustando il momento e rientro con qualche difficoltà, ma fiero di aver recuperato la situazione del mattino. Nessuna possibilità di ripetere l’autostop, sembra che tutti siano già alle proprie abitazioni nel tardo pomeriggio.

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