Per completare il quadro delle cascate, ci dirigiamo verso Niagara Falls lato Canadese, dove osservare da una prospettiva più vantaggiosa. Attraversiamo dunque la dogana e superiamo il Rainbow Bridge, ponte di 402m che unisce i due stati. La panoramica è completa e riusciamo ora a distinguere i due differenti getti che scaricano nel bacino una media di 110000 metri cubi di acqua al minuto, una quantità mostruosa da immaginare, ma comprensibile alla vista.
Dopo aver calpestato anche il suolo Canadese ed aver collezionato un nuovo timbro sul passaporto, facciamo rientro negli Usa per recuperare l’auto e riprendere il viaggio con destinazione Chicago. Sul tragitto sostiamo per caso in un negozio locale che tratta accessori per Cowboy. Lo sguardo si perde in una molteplice quantità di merce quali selle con finiture cromate, stivali, cinturoni, cappelli ed abiti tipici che invadono le corsie del locale. Usciamo nostro malgrado a mani vuote, pur non senza qualche difficoltà e provvediamo ad individuare un posto in cui pranzare. Anche qui assistiti dalla fortuna ci imbattiamo in un locale a quanto pare molto famoso per la cucina di alette di pollo, vincitore di numerosi premi ed arredato di tutto punto in tema di motori. Automobili e Moto appese al soffitto, distributori di benzina e poster alle pareti con un particolare gusto per la composizione. Ci rimettiamo al lavoro sulla tabella di marcia che prevede oltre 550 miglia di trasferimento, di buona lena diamo un colpo finché il carburante non richiede uno stop. Entriamo infine in Chicago al tramonto, sotto un orizzonte infuocato a fare da sfondo ad una schiera di grattacieli ben ordinati e mai invasivi, corsie abbondanti riversano un fiume di macchine nel centro della città che sembra ben accogliere la mole di elementi e piacevolmente scopriamo di aver guadagnato un’ora con il fuso orario, da impiegare propositivamente in serata. Raggiungiamo l’albergo ed anche qui a bocca spalancata ci troviamo in un contesto insolito, dove un arredamento dallo spiccato senso del design riesce a rendere originale anche il corridoio delle stanze. Il tema è lo sport e troviamo elementi che riconducono alle logiche americane, lane pitturate sul pavimento, racchette ed oggetti appese alle pareti, elementi mai casuali che ben si prestano e si amalgamano in un insieme coerente ed appagante alla vista.
Usciamo a cena cercando di sostare in un locale jazz/blues, ma orario e giornata non sono sincronizzati con il nostro arrivo, rinunciamo quindi ad un accogliente locale per ripiegare su Hooters dove ragazze più che spigliate servono simpaticamente ai tavoli, sempre in un ambiente dal forte legame sportivo. Il baseball la fa da padrone, tra schermi e magliette appese alle pareti che ci attorniano accompagnando una gustosa cena a base di gamberi in salsa spicy e zuppa di fagioli con chili. Usciamo per una passeggiata scoprendo palazzi imponenti, una sopraelevata per condurre il treno e perfino ponti levatoi che dominano sopra il fiume omonimo Chicago. Da una prima occhiata alla città possiamo dichiarare che il confronto con New York è d’obbligo e Chicago è in grado di tenerle testa in maniera formidabile. La pulizia e l’ordine sia per quanto riguarda il design che la cura delle strade, rendono complesso trovare un vincitore che possa affermarsi sull’altro. Entrambe apprezzabili in maniera differente, non ci sbilanciamo per evitare di sminuire immancabilmente il “vinto” che ne uscirebbe, immeritevole di tale titolo.
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